
Inspiro, espiro. Guardo il soffitto e conto le crepe, per non pensare. Poi mi sollevo: inspiro, espiro e sto già annoiandomi a respirare. Ancora non penso, eppure mi accorgo che sto per pensare, almeno al pensare di star pensando.
Essere me è drammatico.
Lo sarebbe per chiunque, lo capisco, ho reso il mio corpo una putrida cella color marroncino sbiadito.
Mi sollevo in piedi: inspiro, espiro. Sono concentrata: eseguo le poche azioni che mi servono per essere lei, quella che tutti vorrebbero c...
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